Oggi parliamo anche di fiabe, ma prima una breve intro 😉 .
Anni fa, quando frequentavo il corso di scrittura creativa, mi sono trovata di fronte a una modalità di pensare la scrittura diversa da quella che avevo avuto fino a quel momento.
Mi ci sono volute più lezioni per riuscire a capire come gestire lo strumento di cui fra poco ti parlerò, ma una volta che ho preso dimestichezza con questo modo di pensare le storie mi è sembrato tutto più semplice.
Forse avrai notato che ti ho parlato, negli articoli precedenti, di come costruire una narrazione, di come trovare le idee, di come evitare il blocco dello scrittore.
Non c’è un’unica via e probabilmente stai ancora cercando il tuo metodo. Ecco perché vorrei continuare a darti degli strumenti per trovarne uno tutto tuo, che ti permetta di far fluire la tua creatività.
Come capire se una storia funziona
Ti ho già parlato dell’importanza del messaggio della narrazione come modalità alternativa da cui partire per inventare una storia. Oggi invece vorrei darti una prospettiva diversa. Entriamo nel merito degli elementi della narrazione: iniziamo dalla storia vera e propria.
Come?
Il modo migliore per capire se una storia funziona è riassumerla in una riga o poco più.
Forse stai sgranando gli occhi e nella testa ti frulla la domanda: come faccio a riassumere un romanzo di trecento pagine in due righe, me lo spieghi?
È proprio questo il punto: se riesci a riassumere un romanzo di trecento pagine in una riga significa che hai focalizzato la storia. Ma qui non si tratta di riassumere un romanzo in una frase, ma di scrivere una frase che poi trasformerai in un romanzo, o in un racconto.
Confusa?
Facciamo qualche esempio.
Come riassumere un romanzo in una riga
Proviamo prima a fare la procedura inversa, per capire il meccanismo, e prendiamo ad esempio storie già collaudate. Con le fiabe viene bene. Ne ho scelte tre che di certo conosci.
#CAPPUCCETTO ROSSO
Una bambina va a trovare la nonna e scopre che è stata mangiata da un lupo. Viene mangiata a sua volta, ma un cacciatore le salva.
Già da queste poche righe sorgono molte domande: perché la bambina va a trovare la nonna? Sta male? Perché c’è un lupo? Come fa a mangiarla? In che modo il cacciatore si accorge di ciò che è successo?
La narrazione riassunta in una riga racchiude molteplici possibilità. Potresti raccontare la stessa storia in mille modi diversi, perché precluderti questa chance?
Vediamone un’altra.
#RAPUNZEL
Una bambina dai capelli magici, rapita da una strega, cresce rinchiusa in una torre. Con l’aiuto di un ladro, riuscirà a fuggire e a ritrovare la sua famiglia.
Anche in questo caso le domande arrivano immediatamente: che potere hanno i capelli? Come il usa la strega? Come fa il ladro a trovarla? Come fuggono dalla torre?
Un ultimo esempio.
#BIANCANEVE E I SETTE NANI
Una ragazza, perseguitata dalla matrigna, trova rifugio presso la casa di sette nani. La matrigna la troverà facendola cadere in una morte apparente, il bacio di un principe la salverà.
A questo punto lascio a te l’opportunità di scovare le domande che emergono da questa premessa.
Perché le domande?
Le domande sono il motore che spinge il lettore a voltare pagina. Gli esempi che ti ho presentato comprimono tre fiabe in uno spazio ristretto e già suscitano curiosità e domande. È questo il cuore del loro potere.
Se già da subito riuscirai a ottenere un effetto del genere, queste stesse domande ti guideranno nello sviluppo della storia che vuoi scrivere.
Come partire da una semplice frase
Abbiamo visto come riassumere una storia, che sappiamo che funziona, in una frase. Già da quelle poche righe si evince più o meno quale sarà lo sviluppo della trama. Sappiamo chi è la protagonista (in questo caso tutte donne), quello che succede e il finale.
Proviamo adesso a fare l’esempio contrario: scrivere la frase riassuntiva di una potenziale storia che hai in mente, ancora prima della stesura.
Un ragazzo con la passione per la scrittura si oppone al volere dei genitori per raggiungere il suo sogno e ce la fa.
Perdonami se ho sfruttato la passione della scrittura, ma in questo caso casca a pennello. Dopotutto è anche la tua, no? Ho barato con l’immedesimazione 😉 .
Se analizziamo la frase che ho scritto, abbiamo tre elementi fondamentali:
- un ragazzo, che è il protagonista della storia. Questa premessa deve, infatti, riguardare l’arco narrativo del personaggio principale.
- sappiamo quale sarà la parte centrale della narrazione, quindi la salita della struttura in tre atti, che riguarderà la sua opposizione ai genitori.
- abbiamo il finale. Il personaggio riuscirà a coronare il suo sogno in barba ai genitori.
Questi tre elementi: protagonista, svolgimento, finale sono i tre cardini di questo metodo. Se vuoi partire da qui devi averli bene in mente.
Quello che non ti ho ancora detto è che da questa piccola frase hai un milione di possibilità narrative. Prenditi il tempo per far sedimentare l’idea e pensarci su.
Puoi ambientare la storia nell’Ottocento, ai giorni nostri, in un distopico in cui i libri sono proibiti. Osserva tutte le possibilità che hai, non fermarti alla prima. Vedrai come ogni idea in più arricchirà la tua narrazione.
La premessa drammaturgica
A parte gli esempi, non è tutta farina del mio sacco. Questo metodo si chiama premessa drammaturgica ed è stato teorizzato da John Truby nel suo libro Anatomia di una storia.
L’idea è appunto quella di partire da una premessa generica, che inquadri gli elementi cardine della narrazione, per poi analizzarla a seconda delle possibilità narrative a cui si può adattare.
Questo aspetto è importante per non precluderti la possibilità di scrivere una storia diversa dal solito. Coltivare le idee significa farle crescere.
In conclusione
Se non provi non puoi sapere cosa si adatta di più a te e alla storia che vuoi scrivere. Ora hai diversi strumenti a tua disposizione, puoi usarli singolarmente o fare un bel mix per trovare quello a te più congeniale. Sii creativa e potrai sfruttare i vantaggi di ognuno di essi.
Provare per credere.
Un’ultima cosa prima che tu vada. I metodi non vanno necessariamente usati prima della stesura. Se segui l’istinto e l’ispirazione, possono esserti di aiuto come metro di controllo finale.
Hai già scritto di getto il tuo romanzo? Prova a riassumerlo in una frase oppure a scalettarlo. Il procedimento inverso ti consente di verificare se ci sono intoppi di cui non ti eri accorta.
Buon lavoro!
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