Che cos’è il ritmo narrativo?
Visto che siamo al 30 di luglio posso sottoporti un paragone calzante: immagina le onde del mare. Non sono tutte uguali. Ci sono quelle più lunghe e quelle più corte; alcune si sovrappongono ad altre formando giochi di schiuma affascinanti. E il suono che emettono, se ci fai caso, non è sempre uguale: può essere prolungato o più breve, dipende dai momenti, dal vento, o dal fatto che il mare sia mosso o meno.
Cosa muove la narrazione? Quali sono gli strumenti e gli elementi che determinano l’accelerazione o il rallentamento del ritmo narrativo?
I ritmi sono due
In letteratura […] i ritmi sono due, quello imposto dallo scrittore e quello filtrato dal lettore, e si combinano tra loro. Il ritmo definito dal lettore, cioè, interagisce con quello impresso al testo dallo scrittore: benché il testo non possa essere forzato oltre un certo limite, è il lettore a decidere a che velocità leggerlo, così che potrà leggere lentamente uno scrittore dal ritmo veloce come Dumas, e velocemente uno scrittore dal ritmo lento come Proust. Chi legge non ha i limiti di tempo di chi vede un film: in qualunque momento può interrompere la lettura, fermarsi a riflettere o a documentarsi, e poi tornare al testo.
William Strunk jr, Elementi di stile nella scrittura, Dino Audino editore, Roma, 2008, p. 71
Il ritmo narrativo è quindi una commistione tra come il lettore vive quel libro e come l’autore vuole che lo viva. Tra il ritmo di lettura e il ritmo letterario. Ripensando alle onde, è una sorta di sovrapposizione.
La lettura di un libro è sempre uno scambio e un confronto tra il messaggio che l’autore o l’autrice vogliono trasmettere e il modo in cui tale messaggio viene interpretato da chi legge. Per il ritmo non è diverso, ma è chiaro che in questo frangente dobbiamo soffermarci sul ritmo letterario, ovvero sulla velocità che vuoi imprimere agli eventi che si susseguono all’interno del romanzo che stai scrivendo. Noterai, però, come quest’ultimo abbia una forte influenza anche sul ritmo di lettura.
Accelerare e rallentare il ritmo narrativo
Vediamo quali possono essere alcuni degli strumenti che puoi sfruttare per gestire il ritmo narrativo all’interno del libro che stai scrivendo. Partiamo dai più “narrativi”.
#FABULA E INTRECCIO
Si tratta di decidere, prima di passare alla stesura, in che ordine raccontare gli eventi. Puoi mantenere la struttura della fabula, quindi raccontare i fatti in ordine cronologico, oppure puoi decidere di rimescolarli. Cosa significa?
Dopo aver stabilito l’ordine cronologico della tua storia, puoi utilizzare analessi (flashback) o prolessi (flashforward) per spostarti sulla linea del tempo in avanti o indietro, tenendo alcune situazioni in sospeso e il lettore sulle spine.
In questo senso, è molto importante fare un lavoro di progettazione narrativa a priori, per evitare di compromettere la trama sbagliando l’ordine in cui le informazioni devono essere trasmesse al lettore o ai personaggi.
[Scopri il mio servizio di PROGETTAZIONE NARRATIVA.]
#BASTONE E CAROTA
Prova ad alternare momenti di tensione e di calma. Se poco prima hai messo il tuo personaggio in difficoltà in diverse occasioni, concedigli un po’ di sollievo togliendogli qualche soddisfazione. Permettigli di raggiungere un piccolo obiettivo all’interno del suo percorso narrativo, senza farti prendere troppo la mano. Ricorda che i personaggi devono soffrire ;p! Un romanzo in cui va sempre tutto bene è un romanzo noioso.
#SUSPENSE, SORPRESA E… PUNTO DI VISTA
Mi sono imbattuta tempo fa in una frase che Hitchcock disse durante un’intervista. Te la riporto qui:
Stiamo parlando… c’è una bomba sotto il tavolo. Noi non lo sappiamo e il pubblico nemmeno. La bomba esplode. Tutti sono sorpresi. Bene. Prendiamo la stessa scena e assicuriamoci che il pubblico sappia che la bomba è sotto il tavolo. Entriamo così nel territorio della suspense, poiché il pubblico attende (con impazienza e anticipazione) che la bomba esploda. Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico quindici secondi di sorpresa, nel secondo quindici minuti di suspense.
Usando il punto di vista con maestria, puoi creare effetti incredibili, sia nei confronti dei lettori che nei confronti dei personaggi stessi. Chi ha detto che se un personaggio è al corrente di determinati segreti, lo devono essere anche gli altri?
Puoi manipolare le informazioni anche nei confronti del lettore stesso: vuoi che sappia o no? In questo modo riuscirai a gestire sorpresa e suspense con eleganza ed efficacia, ritardando il momento di catarsi.
#MONDO SOMMERSO
Mi ricollego alle informazioni che possono essere esplicitate attraverso un punto di vista sapientemente scelto, parlandoti di quelle che invece possono rimanere “sotto banco”.
Il sotto testo, ovvero tutto quello che trapela da ciò che accade nella narrazione e che il lettore interpreta a modo suo, senza che gli venga espressamente comunicato, è uno strumento delicato ma potente. Il “non detto” è in grado di accendere la curiosità e le domande del lettore, che sarà così invogliato a continuare la lettura e, di certo, ad accelerarla per dare risposta a quelle domande il prima possibile.
E ora vediamo quali sono, invece, alcuni elementi di stile che influiscono sul ritmo narrativo.
#PUNTEGGIATURA
La punteggiatura è un elemento che determina, al pari degli altri, il ritmo narrativo. I segni di interpunzione influiscono sul modo in cui leggi. Una virgola è una pausa breve e ti aiuta a scorrere più in fretta il testo; se ti trovi di fronte al punto e virgola o ai due punti, rallenti il processo di lettura.
Prova anche a pensare a quei passaggi del testo in cui ti imbatti in frasi molto brevi. Se ci fai caso, leggi molto più velocemente. Gli eventi risultano concitati e quasi ti manca il fiato per quanto vanno avanti veloci.
Al contrario, puoi trovarti invece di fronte a frasi lunghe, più tortuose, in momenti in cui magari il personaggio ha bisogno di tirare il fiato: poco prima si è dato alla fuga e a uno scontro corpo a corpo, è riuscito a fuggire e ha bisogno di riprendersi, così come ne ha bisogno il lettore.
#PARATASSI E IPOTASSI
A questo proposito, puoi sfruttare anche paratassi e ipotassi. Cosa sono?
Se usi l’ipotassi significa che il discorso viene espresso attraverso l’uso di subordinate: la lettura rallenta, è più riflessiva e pacata (se vuoi, approfondisci qui). La paratassi, invece, è caratterizzata da periodi formati da frasi di senso compiuto; non ci sono principali e subordinate, ma spesso sono coordinate. La lettura scorre di più, è semplice e diretta (approfondisci qui).
#TEMPI VERBALI
Hai mai provato a scrivere un racconto al presente e poi riscriverlo al passato? Se lo hai fatto, sai già di cosa sto parlando. A seconda del tempo verbale che decidi di usare, la narrazione prenderà velocità o meno. Avrà un’aria più meditabonda o schietta. Ti tufferà in un tempo e luogo diverso o correrai insieme ai personaggi, seguendoli nel momento esatto in cui gli eventi accadono.
Il presente narrativo ti trascina in avanti, in storie (perché no) ricche di azione. Le immagini sono vivide e immediate. Il passato ti porta invece in atmosfere più quiete, ponderate, sentimentali.
Non cambia solo la velocità di lettura, ma anche l’atmosfera che si crea nel mondo narrativo in cui vai a immergerti. Una riflessione rispetto ai toni che vuoi dare alla tua storia va quindi fatta con saggezza.
#ALTERNANZA TRA DIALOGHI, NARRAZIONE E DESCRIZIONI
Cos’altro incide sul ritmo narrativo? Ultimo ma non per importanza ecco le parti della narrazione per eccellenza. Dialogo, descrizione e azioni si compenetrano all’interno di un romanzo o di un racconto. Difficile separarli o selezionarli puri al giorno d’oggi. La preponderanza dell’uno o all’altro, però, aumenta o diminuisce la velocità dello svolgersi dei fatti. Puoi usare i dialoghi nel momento in cui hai bisogno di vivacizzare una data situazione, o mostrare i personaggi in azione, i conflitti fra loro; tutto questo aiuta il ritmo a prendere velocità.
E le descrizioni? C’è chi le ama e chi le odia. Sono poco gettonate, si preferisce descrivere tra un’azione e l’altra, piuttosto che fare muri di testo descrittivi, alleggerisce indubbiamente la lettura. Tuttavia, cimentarti anche in brevi descrizioni può esserti utile per definire momenti di sosta e riflessione. I personaggi e i lettori, ogni tanto, hanno bisogno di una pausa per ragionare su ciò che sta accadendo, per “riposarsi”. Tali pause possono aiutare anche ad aumentare la suspense, ricordatelo.
Il modo in cui gestisci tutti questi elementi è spesso una questione di stile. Sappi che ragionare su questi strumenti non ti porterà a perdere la tua identità letteraria, ma ti consentirà di adattarli in modo efficace al romanzo che stai scrivendo con più consapevolezza.
Ritmo ed emozioni
In conclusione, vorrei aggiungere un ultimo fattore che influisce sul ritmo: parlo del lessico. La specificità e la lunghezza delle parole che usi hanno un impatto sulle emozioni e sul modo in cui tali parole vengono recepite dal lettore.
Parole brevi che descrivono precisamente ciò di cui stai parlando vanno a segno con più facilità e immediatezza; parole lunghe e generiche conferiscono maggior lentezza alla lettura e vengono recepite con altrettanta indolenza (a volte, anche per il fatto di essere sin troppo generiche).
Il ritmo narrativo veicola emozioni. Se sai emozionare, le tue storie saranno ricordate.
[Leggi anche Emozionare in narrativa: come si fa?]
SE QUESTO ARTICOLO TI È PIACIUTO E PENSI CHE POSSA ESSERE UTILE A QUALCUNO CHE CONOSCI, CONDIVIDILO
Nessun Commento