Hai mai pensato a come fanno certi libri a incollarti alle pagine?
A me è successo in diverse occasioni di leggere senza prendere fiato, anche fino a tarda notte (o mattina presto), per poter arrivare alla fine del romanzo in questione, perché non riuscivo a staccarmi dalla lettura.
A questo proposito mi sono imbattuta in un articolo sconcertante, che parla di scrittura ipnotica.
Alcuni studiosi hanno analizzato 80 romanzi di un’autrice che conoscerai di certo. Sto parlando di Agatha Christie (1890-1976). Il motivo per cui lo hanno fatto è che non si spiegavano un successo così incredibile. La scrittrice ha infatti venduto oltre due miliardi di copie solo in inglese, dettaglio che la mette al primo posto del Guinness Book of Records.
Cosa si evince dallo studio
Lo studio si chiama The Agatha Project. Se vuoi approfondire ti invito a guardare il video.
Gli studiosi hanno analizzato, per mezzo di un computer, parole e frasi contenute nei romanzi di Agatha Christie. La conclusione degli scienziati è che le parole e le frasi della scrittrice inducono una reazione “edonica”, in grado quindi di suscitare nel lettore emozioni gradevoli e il conseguente bisogno di averne di più. In pratica, scriveva libri ipnotici.
Cosa ne hanno dedotto:
- Agatha Christie utilizzava tecniche letterarie simili a quelle usate dagli ipnoterapisti e dagli psicologi
- le frasi più spesso usate dalla scrittrice alzano le endorfine e i livelli di serotonina, sostanze che inducono il piacere
- certe parole ripetute all’interno del testo contribuiscono anch’esse a stimolare quella parte del cervello in cui risiede il piacere
Tutti questi elementi indurrebbero una sorta di ipnosi, o trance, nel lettore, che sarebbe impossibilitato a lasciare a metà il libro.
È incredibile, vero? O almeno, lo sembra.
Immagina se davvero fosse possibile ipnotizzare il lettore con il tuo romanzo. Se fossi in grado di farlo, sfrutteresti questa tecnica? Inganneresti il lettore in questo modo?
E si tratterebbe davvero di inganno o di un modo per dargli piacere?
Il confine credo sia molto sottile, difficile rispondere a questa domanda. Tuttavia, puoi sfruttare altri mezzi che potrebbero aiutarti ad accompagnare il lettore alla fine del tuo libro senza utilizzare biechi “inganni”.
Cosa puoi fare tu
È chiaro che per scrivere non è necessario fare un corso di laurea in psicologia, in ipnosi (🤔) o in marketing. Ci sono altri modi per tenere legato il lettore al tuo romanzo. Forse non riuscirai a scrivere libri ipnotici e a creare dipendenza, ma se il lettore ne apprezzerà uno, ci sono molte probabilità che ne legga anche un altro.
Come si fa a evitare che il tuo libro venga lasciato a metà?
#SFRUTTA IL SOTTOTESTO E LE DOMANDE
Lascia dei vuoti, delle lacune che il lettore possa riempire da solo. Crea piccoli misteri, che possono riguardare un personaggio, un evento, un luogo. Ciò che vuoi.
Evita di riempire il lettore di informazioni che può ricavare da solo e rendilo così partecipe della storia.
Una volta riempiti quei vuoti, creane altri, in modo che il lettore continui a farsi domande a cui vuole dare risposta (o a cui tu darai una risposta) e vada avanti nella lettura.
#VALORIZZA I MOMENTI DI TENSIONE
La tensione è una vera e propria forza, la puoi usare come fosse un motore.
Per sfruttare la tensione puoi
- coinvolgere il lettore. Crea personaggi memorabili e verosimili in cui può identificarsi.
- cambiare le carte in tavola e non soddisfare sempre le aspettative del lettore. Per fare questo, ricordati di mantenere una certa coerenza con la trama e di prefigurare ciò che accade.
- alternare una linea narrativa più tensiva e una più calma
- usare il cliffhanger (con parsimonia): è una scena che viene spezzata in un momento topico. Il lettore non starà nella pelle e vorrà sapere cosa succede dopo. Ho scritto “con parsimonia” perché portare avanti una scena tronca dopo l’altra, magari a fine di ogni capitolo o, peggio, di ogni paragrafo, rischia di diventare snervante per il lettore e può risultare un artificio. Anche la trama ha bisogno di spessore e questi espedienti vanno bene a piccole dosi o lungo un percorso graduale e crescente
#FAI UN BUON LAVORO DI PROGETTAZIONE NARRATIVA
In questo modo, potrai incastrare ogni elemento al posto giusto ed eviterai di creare momenti morti o di inserire informazioni ed eventi che rallentano, distraggono e potrebbero portare il lettore a non concludere il romanzo.
Anche una buona gestione del ritmo può venire in tuo aiuto. Leggi anche Ritmo narrativo: come gestirlo?
In conclusione
È davvero possibile ipnotizzare i lettori? Legarli a un determinato modo di scrivere? Riuscire a vendere i propri libri grazie a questo?
Mi chiedo se Agatha Christie fosse davvero consapevole di scrivere libri ipnotici, del modo in cui usava le parole, o se invece fosse un talento naturale, una sorta di dono.
Scrivere è qualcosa di istintivo, un talento che se unito alla tecnica può diventare una bomba. Porsi nella condizione di sfruttare determinate parole in modo preciso per indurre il lettore a questa dipendenza suona artificioso e approfittatore. Un po’ come le tecniche di marketing che si usano nelle pubblicità.
Questo studio però mi ha fatto riflettere sul modo in cui puoi “irretire” il tuo lettore e che ti ho esposto, in parte, poco fa. E non si tratta di stratagemmi di infimo ordine, ma di tecniche narrative fatte ad hoc e che vanno distribuite nel testo a seconda delle esigenze di trama.
Magari non ti faranno diventare Agatha Christie, ma avrai qualche strumento in più su cui riflettere per rendere interessanti le storie che scrivi.
COSA NE PENSI DEI LIBRI “IPNOTICI”? NE HAI MAI LETTO UNO?
TI ASPETTO NEI COMMENTI!
Nessun Commento