Tecniche di scrittura

Come funziona il metodo a scene

17 Settembre 2021
Come funziona il metodo a scene

Come funziona il metodo a scene?

Come per la scaletta, di cui ho parlato nell’articolo precedente (Come costruire una scaletta), anche il metodo a scene è nato nella prima metà del Novecento, in un momento in cui ci si è chiesti: come faccio a produrre storie per lavoro, sia che ne abbia voglia o meno? Gli scrittori che campavano così non potevano certo permettersi di stare ore a fissare una pagina bianca in attesa dell’ispirazione.

Quindi cosa facevano?

Trovavano un sistema che permettesse loro di non incepparsi.

 

Che cos’è una scena

Quando si parla di scena, di solito la prima cosa che viene in mente è la scena di un film, quel momento in cui la telecamera riprende un luogo e succede qualcosa.

La scena è proprio la base della storia.

Se io, per esempio, dico che un detective entra in un bar, parla con l’informatore, lo paga e ottiene la notizia che stava cercando, poi esce, questa è una scena, perché se la interrompessi in qualsiasi altro punto perderebbe di senso.

Una scena è quindi composta da unione di obiettivo, azione, luogo, tempo, personaggio. Quando uno qualsiasi di questi elementi cambia si passa a un’altra scena.

Gli elementi di cui è composta una scena sono i seguenti:

OBIETTIVO, il detective vuole ottenere un’informazione

CONFLITTO, l’informatore fa il difficile, vuole dei soldi

RISOLUZIONE, il detective ottiene l’informazione che cercava (ma non è detto, potrebbe anche fallire e cercare un altro modo per portare avanti le indagini in una scena successiva)

 

Come iniziare

Per iniziare hai bisogno di sapere chi sono i personaggi, avere un’idea dell’ambientazione e di cosa parla la storia (tema). Non è importante, in questa fase, essere troppo specifici: questi elementi ci servono solo come punto di partenza. Il cuore della progettazione a scene è appunto, realizzare le scene che costituiranno la trama della storia che vuoi raccontare.

Ecco come procedere:

  1. Riassumi la prima scena, che non sarà necessariamente la prima scena che compare all’inizio del tuo romanzo, ma è la prima che ti viene in mente in base ai personaggi che hai pensato, o al tema. Scrivi la sinossi della scena, e sii breve, due o tre righe al massimo. Alla stesura finale ci penserai in seguito.
  2. Visualizza la scena che viene subito prima o subito dopo, così da mantenere coerente e logica la sequenza. Per fare questo, prova a porti delle domande.

Ho abbozzato un esempio nella scheda seguente.

 

Come funziona il metodo a scene

 

Porti delle domande ti permette di inserire scene correlate tra loro da nessi logici.

Continua a inserire scene finché ti vengono in mente, cerca di riempire tutti i buchi che ti sembrano vuoti. Più approfondisci, più riuscirai a tenere coesa la trama.

 

Avere una visione d’insieme

Questo tipo di lavoro ti permette di avere una visione d’insieme dell’andamento della storia. Infatti, potrai valutare, in base all’effetto che vuoi ottenere, l’alternanza tra scene d’azione, dialogiche e descrittive, in modo tale da dare ritmo alla narrazione.

In questa fase, si lavora sulla struttura, quindi mi raccomando ancora una volta di usare il dono della sintesi. Non bisogna perdersi in dettagli; questo lavoro ti serve per mettere a fuoco, appunto, la struttura. Anche perché se pensi di scrivere un romanzo di duecento-trecento pagine, diventa poi di difficile consultazione.

 

Usa i post-it su una lavagna

Potrebbe essere carino pensare di scrivere ogni scena su post-it diversi, in modo da poterli riorganizzare spostandoli facilmente su una lavagna. Capisci ora quanto sia importante la sintesi? I post-it, inoltre, in quanto a spazio scrivibile, ti aiutano molto in questo ;).

Come per il metodo della scaletta, una volta che hai esaurito le idee e le scene, assicurati di aver inserito i nodi principali: incidente iniziale, crisi, climax, finale.

Dopodiché puoi ragionare sull’intreccio. Dove inizia la tua storia? Quando finisce? Vuoi gestirla in modo lineare oppure inserire analessi e prolessi perché hai la sensazione che la storia funzionerà meglio? Se hai optato per la soluzione post-it, puoi fare tutte le prove che vuoi (finché la colla regge).

Durante questo processo, ti renderai conto che alcune scene sono superflue e che non sono funzionali alla trama. In ogni caso, ti saranno state utili per focalizzare la storia e conoscere in modo approfondito i personaggi: magari una scena che non ti serve è il trauma che uno dei personaggi ha subito quando era piccolo e che lo ha portato a comportarsi in un certo modo, nel presente narrativo. La scena del trauma non ti interessa più e non serve ai fini della storia, ma ti è utile per gestire meglio il personaggio.

 

In conclusione

Il metodo a scene ti obbliga a mettere in campo tutti gli elementi che ti vengono in mente, poi a riordinarli.

Sappi che il materiale scartato, a meno che non sia proprio da buttare, può essere riutilizzato. Può darsi che tu abbia ideato una scena che ti piace proprio, anche se lì dov’è non ci sta a dire niente. Mettila da parte per usarla, magari, in un’altra storia.

A mio avviso, il metodo a scene è un pelo più interessante della scaletta; è meno freddo di un mero elenco di fatti, perché ti dà modo di visualizzare ciò che accade, di pensare già in termini di personaggi che agiscono, di stesura breve delle scene.

Bisogna provare, e non è detto che un metodo sia meglio dell’altro, dipende da te e dalla storia che stai scrivendo. Uno strumento non esclude l’altro, è solo diverso il tipo di approccio.

Eccoci arrivati alla fine. Cosa ne pensi?

 

SE TI VA DI PROVARE, RACCONTAMI COM’È ANDATA NEI COMMENTI

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