Il lavoro di revisione formale del testo è l’ultimo passaggio prima di presentare il tuo manoscritto a una casa editrice o di chiedere la consulenza di un editor professionista. Il testo che presenti al lettore deve essere curato nei minimi dettagli. Come ben saprai, leggere è faticoso e richiede tempo, figurati se si tratta di un’opera piena di errori e imprecisioni.
La revisione formale del testo comprende tutte quelle correzioni e migliorie che riguardano i seguenti punti:
- ortografia, grammatica, lessico e sintassi
- uniformità delle varie parti del testo
Spesso, revisione strutturale e formale vanno di pari passo: mentre si procede con la prima, è inevitabile notare e correggere i refusi che ti saltano all’occhio, ma per fare un buon lavoro bisogna procedere a strati. Se ti sei concentrata sulla parte strutturale, è probabile che molte cose ti siano sfuggite, ecco perché ti consiglio qualche rilettura tesa a revisionare il testo nella forma. Se ti dicessi che ne basta una, mentirei. Quando sarà il momento di fermarti, lo scoprirai da sola.
L’aspetto estetico di un manoscritto è importante. Presentare al pubblico un lavoro sciatto è un grosso rischio: i lettori sono impietosi e mal sopportano un refuso o un tempo verbale scorretto, e potrebbero non andare oltre la prima pagina del tuo libro o, peggio, la quarta di copertina, se ti sei auto-pubblicata e non hai revisionato neanche quella.
Bisogna quindi fare molta attenzione a questo aspetto, perché significa avere rispetto per il pubblico a cui ti rivolgi e guadagnarti la possibilità che la tua opera venga letta. Come pensi di conquistare i lettori se gli presenti la malacopia della tua opera?
Quali strategie adottare
Di certo, ti starai chiedendo: come faccio a trovare tutti gli errori, se ho già letto e riletto il testo un milionardo di volte?
Niente paura. Ci sono alcune strategie che puoi adottare per ingannare il tuo occhio ormai assuefatto a quel file di Word che hai già letto e riletto. Oltre a lasciare il manoscritto in un cassetto per un po’ di tempo, come ti ho detto in questo articolo, ecco cosa puoi fare per facilitare la revisione formale del tuo testo.
#CAMBIA IL FONT
Scegli un carattere insolito, ma leggibile. Ti sembrerà di leggere un’altra storia.
#STAMPA IL TESTO E LEGGI SU CARTA
Il monitor, oltre a stancare gli occhi, sembra nascondere refusi e insidie di ogni tipo. Quando leggi su carta, invece, puoi trovare molti più errori. Se hai scritto un libro di cinquecento pagine, diventa complicato stamparle tutte, lo so, e non è di certo una scelta ecologica, ma eventualmente puoi farlo solo per i capitoli più ostici.
#LEGGI A VOCE ALTA
Se ascolti ciò che hai scritto, riesci a trovare con più facilità le ripetizioni, a testare la scorrevolezza del testo e a scovare periodi tortuosi che andrebbero alleggeriti.
Provate a leggere le vostre parole ad alta voce, […] Scandite le parole come fossero pietre contro un pubblico immaginario. Createvi un lettore ideale, potrebbe essere anche il fantasma del vostro autore preferito. […] E ascoltatevi. Le parole pronunciate a voce alta sono diverse da quelle scritte. Vi accorgerete non solo della mancanza di ritmo o di errori nella logica, ma anche del linguaggio troppo pretenzioso, dei luoghi comuni, delle digressioni e di molti altri difetti.
Gotham Writers’ Workshop, Peter Selgin in Lezioni di scrittura creativa, Dino Audino editore, Roma, 2005, p. 138
Alleggerire il testo
Come dice Stephen King, “nomi e verbi sono le due parti indispensabili della scrittura”. Senza i nomi (le parole che identificano) e i verbi (le parole che agiscono), la frase non esiste. […] Per esempio, nella frase “Chiuse la porta saldamente”, sostiene King, “saldamente” andrebbe evitato, perché se la prosa che precede quella frase è costruita bene, noi lettori sapremo già come viene chiusa la porta, se con delicatezza o con forza. Questo significa poter tagliare delle parole ridondanti ed evitare che l’attenzione del lettore cali, poiché gli avverbi “impoveriscono, sottraggono energie, spostano l’attenzione sulla loro ovvietà”.
William Strunk jr, Elementi di stile nella scrittura, Dino Audino editore, Roma, 2008, p. 62,63
Il passaggio di William Strunk jr che ho appena citato non necessita di molte spiegazioni. Oggi la scrittura deve essere veloce, sintetica, chiara, precisa. Il modo di comunicare è cambiato, devi prenderne atto. Con questo, non voglio dire che tu non possa condire il tuo manoscritto di virtuosismi, ma cerca di costruire un testo equilibrato e leggero. Per farlo, oltre a non esagerare con avverbi superflui, puoi agire su diversi piani.
#USA LA FORMA ATTIVA
La lettura si rivela più scorrevole (“Luigi era stato picchiato da Tony” diventa “Tony aveva picchiato Luigi”)
#PREDILIGI LA FORMA POSITIVA
Usa la forma positiva, al posto della negativa, che a volte risulta più contorta (“Non era mai puntuale” diventa “era sempre in ritardo” oppure “non ricordare” diventa “dimenticare”)
#ELIMINA PAROLE O FRASI INUTILI
Ti ho già parlato dell’eventualità che parte del testo debba essere tagliata, quel 10% di cui parlava Stephen King. A volte potrebbe anche riguardare il 15-20% del tuo manoscritto, non c’è un limite da non superare, bisogna valutare bene parola per parola.
Come ho detto all’inizio di questo articolo, leggere è faticoso, ti consiglio di non sovraccaricare il testo di parole che non concorrono a dare un valore aggiunto alla resa complessiva della narrazione. È un lavoro minuzioso che va fatto con attenzione. Come dice, ancora, William Strunk jr (Elementi di stile nella scrittura, Dino Audino editore, Roma, 2008, p. 32):
Una frase non dovrebbe contenere più parole del necessario, né un capoverso più frasi del necessario, per la stessa ragione per cui un disegno non dovrebbe contenere linee inutili né una macchina parti superflue. […] ogni parola deve essere significativa. Molte espressioni di uso comune violano questo principio:
Non c’è alcun dubbio che / Senza dubbio
La sua storia è di quelle strane / La sua storia è strana
Il fatto che non fosse riuscito / Il suo fallimento
A causa del fatto che / Poiché
Malgrado il fatto che / Benché (Sebbene)
#VERIFICA LA COERENZA DELLO STILE
Verifica che lo stile che hai usato sia coerente per tutta la narrazione. Lo stile di un autore può cambiare nel tempo, ma è importante che non succeda all’interno dello stesso romanzo. Se la tua narrazione, per tutta la prima metà, è caratterizzata da periodi brevi e da un ritmo veloce, non puoi inserire lunghi periodi ipotattici e un punto ogni dieci righe nella seconda parte. È disorientante. Il testo deve avere un’unità stilistica.
#ATTENZIONE A FRASI GERGALI, REGIONALISMI, FIGURE RETORICHE
Controlla che non vi siano frasi gergali, regionalismi o parole che usi solo in famiglia. Cerca nuove figure retoriche; “rosso come un peperone” o “era un angelo” sono entrate nell’uso comune, hanno perso di originalità e passano inosservate.
#VAI A CACCIA DI RIPETIZIONI, REFUSI, ERRORI GRAMMATICALI
Il dizionario dei sinonimi è ricco di alternative e sempre a tua disposizione. Meglio non ripetersi, ma neanche usare parole obsolete o lontane dal tuo stile. Fai sempre un’attenta valutazione.
Avere qualche lacuna grammaticale non ti farà finire sul patibolo. Procurati un bel libro di grammatica italiana e, se sei incerta su alcuni passaggi, fatti aiutare.
Correggere l’ortografia
La revisione formale del testo comprende anche un controllo ortografico. Quali sono i pasticci più comuni che trovo in un testo in fase di correzione bozze? C’è l’imbarazzo della scelta, ne elencherò solo alcuni, per evitare di tediarti.
#apostrofo e accento
Se ti sei dimenticata di mettere l apostrofo o l’hai usato al posto dell’accento e ora ti senti colpevole, non disperare. Io so che l’hai fatto perche’ l’ispirazione ti metteva fretta, ma ricordati di rimediare alla fine della stesura, cosi’ non sarai costretta a interrompere il flusso creativo.
Sono sicura che almeno una volta hai dimenticato di sostituire l’accento acuto con quello grave. Sai che la tastiera li contiene entrambi? Attenzione a tutti i perchè, nè, finchè, sè.
#pronomi
“Gli” va utilizzato al maschile; “le” al femminile.
#d eufonica
La d eufonica andrebbe inserita solo davanti a vocale uguale, per rendere il testo più scorrevole.
Attenzione all’uso della congiunzione “od”: anche se è seguita da una parola che inizia per “o”, non si può proprio sentire, prova a trovare un’alternativa.
#parole straniere
Cosa dire delle parole straniere? Di certo, non ti consiglierò di seguire un corso di lingue per scriverle correttamente, ma internet è una risorsa preziosa e la precisione è d’obbligo in fase di revisione.
E ricorda che gli imprestiti stranieri ormai di uso comune non vanno volti al plurale come nella loro lingua d’origine. Ma, se puoi, usa l’italiano.
#maiuscola
Controlla sempre che la maiuscola che hai inserito sia necessaria. A volte diamo troppa importanza a parole che non ne hanno.
#punteggiatura
Un’altra cosa su cui vorrei puntassi la tua attenzione, è la virgola tra soggetto e predicato verbale. La trovo spesso nei testi che correggo, quindi facci caso, a volte l’intonazione della frase può trarti in inganno e farti sbagliare. E se la trovi toglila, lì non serve proprio.
[…] la punteggiatura è una questione di sensibilità e di gusto. Con questo non si vuole dire che sia possibile violentare in modo gratuito e senza consapevolezza questo fondamentale strumento linguistico, o prenderlo alla leggera e liquidarlo come un dispositivo marginale, puramente ornamentale. La punteggiatura è una cosa seria, un “utensile” polivalente che oltre a segmentare in senso ritmico e sintattico il testo, contribuisce a produrre senso.
William Strunk jr, Elementi di stile nella scrittura, Dino Audino editore, Roma, 2008, p. 7
E quei puntini di sospensione… Stai scrivendo un messaggio su WhatsApp o il tuo romanzo? Allora usane tre e solo se è davvero indispensabile. Non due, non quattro, non dieci. Tre.
#spaziature mancanti, doppie o… al contrario
Magari ti è capitato di mettere una virgola ,dopo aver premuto la barra spaziatrice. Non lo hai fatto di proposito ,lo so. Sono certa che tu sappia che la punteggiatura richiede lo spazio solo dopo e non prima, vero?
Elimina le spaziature doppie e aggiungi quelle mancanti.
Può capitare che quelli che ti ho elencato siano veri e propri errori, ma spesso sono solo sviste. Occhio, però, che possono costare caro. In questo caso, anche l’abito fa il monaco, meglio quindi presentare un’opera ordinata.
Revisione formale del testo: uniformare
La revisione formale del testo è, in ultima analisi, una questione di forma. Se devi andare a una cena elegante, cosa fai? Scegli un bell’abito adatto all’evento, ti trucchi, ti sistemi i capelli. Questo è ciò che serve al tuo libro: una messa a punto estetica per il debutto in società. Ecco alcuni degli elementi cui devi prestare attenzione:
- cura la formattazione, suddividendo il testo in capitoli e paragrafi, aggiungendo le rientranze, giustificando il testo, impostando i margini;
- usa un font leggibile e “serio”, come Times New Roman, Arial o Garamond. Evita i font frivoli.
- verifica di avere usato lo stesso formato per tutti i numeri che compaiono nel testo: orari, date, misure, abbreviazioni, acronimi, …;
- controlla che la punteggiatura sia la stessa in tutti i dialoghi. Ti sconsiglio di presentare un testo in cui alcuni dialoghi sono introdotti dalle virgolette alte, alcuni dai trattini e alcuni dalle caporali, crea confusione. Se hai usato le caporali, allora devi continuare con quelle;
- scegli un formato unico per i pensieri dei personaggi, in modo che si distinguano dai dialoghi;
- separa un capitolo dall’altro con l’interruzione di pagina e uniforma i titoli. Se li hai numerati, continua così, altrimenti dai un titolo a ognuno di loro;
- controlla di aver usato il corsivo solo dove serve (parole straniere non di uso comune, titoli di libri, film, album musicali, quadri, …).
La cosa fondamentale è dare uniformità al testo. Se vuoi presentare la tua opera a una casa editrice in particolare, sarebbe opportuno studiare le sue norme editoriali, in modo da confezionare il manoscritto ad hoc. Per farlo, puoi procurarti un libro della casa editrice in questione e verificarle da lì, per poi agire di conseguenza sul tuo manoscritto. Sappi che è indice di serietà e, soprattutto, farai capire alla casa editrice a cui ti rivolgi che non li hai certo scelti a caso. E se dimentichi qualcosa, non preoccuparti, per questo ci sono i correttori di bozze, a loro non sfugge niente (o quasi).
In conclusione
Quando le parole vengono stampate su una pagina, ogni piccola imprecisione diventa evidente e disturbante, la vedono tutti.
Se ci fai caso, le persone notano prima i tuoi difetti, non i tuoi pregi. La stessa cosa vale per i libri.
Non mi stancherò mai di ripetere che, una volta finita la stesura del tuo manoscritto, dovresti fare, in autonomia, almeno un paio di revisioni. Dopodiché è indispensabile chiedere una consulenza professionale, che sia quella di una casa editrice (te lo auguro) o di un editor come me; anche solo una valutazione del testo potrebbe rivelarsi estremamente utile, per cominciare.
Ricorda: il lettore è un giudice intransigente.
Quali sono gli errori che fai più di frequente? Ti trovi in difficoltà a revisionare il testo da sola? Pensi che sia noioso?
Se ti va, raccontamelo nei commenti qui sotto.
SE QUESTO ARTICOLO TI È PIACIUTO E PENSI CHE POSSA ESSERE UTILE A QUALCUNO CHE CONOSCI, CONDIVIDILO
Nessun Commento