Editoria a merenda

Editoria a pagamento: sì o no?

9 Luglio 2021
editoria a pagamento

Editoria a pagamento.

Immagino che tu ne abbia sentito parlare molte volte, eppure non sembra mai abbastanza. Ci ho dovuto pensare un po’ prima di scrivere questo articolo. Ci ho dovuto pensare perché mi sembrava di scrivere l’ennesima manfrina trita e ritrita. Mi sbagliavo.

Negli ultimi due mesi mi sono confrontata con autori e autrici che ci sono caduti, completamente ignari di tutto, e ne sono usciti avviliti. Ecco perché allora è bene continuare a parlarne.

Se vuoi pubblicare, sono tre le possibilità che hai:

  • no eap (editoria non a pagamento)
  • editoria a pagamento
  • auto-pubblicazione

Quello che mi piacerebbe portassi a casa con questo articolo è una maggiore consapevolezza delle opzioni che hai a disposizione. La mia intenzione è di darti un’infarinatura di quello che ti aspetta quando avrai concluso il tuo dattiloscritto.

Una volta là fuori, solo tu potrai decidere ciò che è meglio per la tua opera. Scegli con saggezza.

 

No Eap

La no eap è l’editoria per eccellenza. È nata per diffondere cultura, per puntare sulle storie e dar loro visibilità. Se hai un dattiloscritto e lo presenti a una casa editrice non a pagamento, di solito:

  • aspetti dai sei ai dodici mesi una risposta rispetto all’interesse o meno a pubblicare la tua opera. Se non ricevi notizie entro questo lasso di tempo (che di solito è indicato nelle modalità di invio del dattiloscritto), significa che non hai passato la selezione
  • se la risposta è positiva, ovvero se la casa editrice ti contatta per proporti un contratto di edizione, tra le clausole non ci saranno compensi dovuti o cifre da pagare per essere pubblicati. La casa editrice sceglie la tua opera perché crede nel suo valore
  • una volta firmato il contratto, e come da esso previsto, la casa editrice procederà in modo totalmente gratuito alla revisione del tuo testo (sia formale che strutturale se necessario) alla creazione della copertina, alla stampa, alla promozione e alla distribuzione

Le case editrici non a pagamento non ti chiederanno compensi di nessun tipo, nemmeno un contributo per la promozione o per l’acquisto di un tot numero di copie. La promozione sarà a loro carico, perché è nel loro interesse dare visibilità alla tua opera con lo scopo di venderne il più alto numero di copie possibile.

L’editore è un’impresa, e come tale deve prendersi dei rischi nel momento in cui sceglie di pubblicare un’opera. È proprio per questo che la sua esperienza è così importante, perché conosce il mercato e i lettori, ha le idee chiare su cosa possa vendere e cosa no. Può sbagliare? Certo, ciò non toglie che un autore, che altro non è che un’artista, debba aver fiducia nelle competenze della casa editrice a cui si affida, perché crede in lui e ha i mezzi per “spingere” il suo libro sul mercato.

 

Editoria a pagamento

L’editoria a pagamento — lo dice il nome — è proprio a pagamento, da qui non scappi. Paghi un editore affinché pubblichi il tuo libro.

Come dicevo all’inizio di questo articolo, ho parlato di recente con diversi autori e autrici che si sono affidati a editori a pagamento e ne sono rimasti delusi. E quando si tratta di aver speso molti soldi per un pugno di mosche è un’esperienza che brucia. Tanto.

Come si comportano gli editori a pagamento?

  • c’è chi si camuffa un po’, chiedendo un contributo per la promozione:
    • come autrice devi assumerti il compito di organizzare, da sola, almeno tre/quattro presentazioni del tuo libro, altrimenti dovrai sostenere interamente le spese per la revisione del testo. Promuoversi da soli è un’arte; trovare i luoghi giusti per proporre il proprio libro una sfida. Ci vogliono conoscenze specifiche, ci vuole tempo. La casa editrice dovrebbe avere i mezzi e le competenze per occuparsene; in caso contrario, se non ti fornisce supporto, chiediti se tu sei in grado di farlo in autonomia
    • da contratto, devi acquistare 100/300/500 copie a prezzo di copertina. Si tratta di fornire un compenso in cambio dei tuoi libri, che in qualche modo dovrai riuscire a vendere. Chiediti ancora: sono in grado di promuovere e vendere anche solo 100 copie in autonomia? Ho modo di distribuirle?
  • c’è chi, invece, chiede apertamente un contributo per tutti i servizi che offre: dall’editing, alla correzione bozze, alla stampa, alla copertina, alla promozione e distribuzione, senza camuffare alcunché.

Quello che vorrei prendessi in considerazione è il fatto che tu fornisci a un editore un’opera di ingegno, crei una storia e la affidi alle sue mani. Lì dentro c’è una buona componente del tuo tempo, tanta fatica e tanto di te. Sei sicura di dover essere tu a pagare l’editore e non il contrario?

 

Editoria a pagamento VS no Eap

Quello che posso dirti è che sia con l’editoria a pagamento che con l’editoria no eap si possono prendere delle belle fregature. Ho ascoltato testimonianze di autori e autrici che sono rimasti delusi anche da editori non a pagamento. Perché?

Purtroppo ci sono case editrici che, pur non richiedendo un contributo economico, fungono da mera tipografia. Cosa significa questo?

Significa che dicono che provvederanno a revisionare il testo, a promuoverlo, a distribuirlo, ma alla fine quello che faranno sarà prendere il tuo file Word, impaginarlo alla bell’è meglio e poi stamparne un centinaio di copie (forse, se non fanno solo e-book), che magari verranno distribuite poco e male (quando riusciranno a farlo) e compariranno nello scaffale più nascosto della libreria più piccola del tuo paese di provincia. In questo modo riducono i costi ma intanto hanno pubblicato un libro.

La stessa cosa può accadere se ti lasci blandire dall’editoria a pagamento, perché magari non sei riuscita a trovare nessuno che ti pubblichi gratis e hai fretta di vedere concretizzate le tue fatiche. Però in questo caso paghi (e anche salato) per un servizio mediocre.

 

E poi c’è il self-publishing

L’auto-pubblicazione, per dirla in italiano, tanto amata da alcun* e tanto bistrattata da altr*.

Vorrei parlarti brevemente anche di auto-pubblicazione, perché può essere un’alternativa valida, ma sappi che non è la soluzione a tutti i tuoi problemi.

Prima di tutto devi sapere che riuscire a pubblicare un libro non è il punto di arrivo, ma è il punto di partenza. Se con un editore alle spalle, se è quello giusto, puoi sgravarti da molte incombenze, quando ti auto-pubblichi devi fare tutto da sola.

Adesso ci sono moltissime piattaforme che ti permettono di creare e-book, carichi il file e via, ma non basta. La promozione, di cui ho già parlato, è una parte fondamentale del processo di pubblicazione. Se nessuno è a conoscenza dell’esistenza del tuo libro, come fa a comprarlo? Non è sufficiente spammarlo su gruppi Facebook (in cui, tra l’altro, ci sono tanti altri autori che vogliono vendere il loro, di libro); è necessario progettare una campagna pubblicitaria ad hoc, usare i canali giusti, le parole giuste. Catturare il tuo target di lettori.

E poi ti devi mettere in gioco e organizzare presentazioni non solo nel tuo paese di origine o nella tua città, ma anche in giro per l’Italia, se vuoi davvero che la tua opera si diffonda.

È fondamentale che tu sappia che se hai deciso di auto-pubblicarti, sei solo all’inizio del tuo percorso di scrittrice.

 

In conclusione

Con questo articolo spero di averti dato alcuni spunti di riflessione. Cosa desideri per la tua opera?

Cerchi fama e gloria? Uno scrittore, a mio avviso, deve prima di tutto avere qualcosa da dire. Avere l’urgenza di dirlo, al di là di ciò che accadrà dopo. Pensare di pubblicare per fare soldi o per diventare famosi rischia di portarti alla creazione di un prodotto-libro non all’altezza di chi sei e del mondo editoriale che stai per affrontare.

Devi essere tu a decidere se vuoi puntare sul tuo talento, sulla tua storia, lasciando la decisione a chi davvero se ne intende, o se vuoi semplicemente vedere l’opera che hai scritto su uno scaffale (nella migliore delle ipotesi), anche a costo di pagare cifre esorbitanti. Perché è di questo che stiamo parlando. L’editoria a pagamento chiede compensi che possono arrivare anche a diverse migliaia di euro. Puoi trovare chi, per quel compenso, rispetta davvero i patti, ma puoi anche trovare chi si intasca i soldi e scappa. E non sarai mai certa del motivo per cui hanno scelto di pubblicare la tua opera: credono davvero che sia una storia degna di essere pubblicata? O vogliono solo guadagnarci dei soldi?

Cerca di informarti, di frequentare autori e autrici come te che possano raccontarti la loro esperienza e indicarti le case editrici più affidabili. Anche quelle più piccole, sebbene poco conosciute, per iniziare, possono essere una scelta valida. Casa editrice piccola non è sinonimo di fregatura. Ce ne sono alcune che lavorano con molta serietà, proprio perché ci credono e perché devono puntare su opere di qualità per “portare avanti la baracca”.

Ed è difficile portare avanti la baracca, un po’ per tutti, specialmente oggi, ma non è una scusa per derubare dei sogni e delle aspettative una scrittrice di talento come te.

 

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