Consigli di scrittura

Lo strano caso della D eufonica e del gerundio

4 Giugno 2021
D eufonica

Girovagando tra i gruppi di scrittori su Facebook, trovo spesso domande sulla D eufonica e l’uso del gerundio. Sono temi che provocano apprensione e soprattutto pareri controversi. Ma vediamo perché.

#MOTIVO N. 1

Non ci sono regole ferree che stabiliscano che l’uso della D eufonica sia sbagliato.

#MOTIVO N. 2

Il gerundio, a volte, viene demonizzato; c’è chi dice che è meglio non usarlo, c’è invece chi dice che non ci trova niente di male nel farlo e che non capisce come mai venga bistrattato in questo modo.

È giusto che la questione ti preoccupi, perché uno scivolone potrebbe portare il lettore ad annoiarsi di fronte a un testo farraginoso, difficile da leggere. E gerundio e d eufonica sono due elementi che, se messi insieme e abusati, rischiano di portare il tuo manoscritto alla deriva.

In questo articolo vorrei chiarire alcuni punti, per sfatare alcuni miti e darti una mano quando ti troverai di fronte a questi temuti nemici.

 

Quando usare la D eufonica e quando non farlo

Come ho anticipato, non c’è giusto o sbagliato. In un certo senso si tratta di evoluzione della lingua e di scelte, personali e non.

L’uso della D eufonica dipende da tre fattori principali:

  • le norme editoriali della casa editrice di riferimento
  • self-publishing
  • la scorrevolezza del testo

 

#NORME EDITORIALI

A seconda della casa editrice di riferimento, le cose cambiano.

Ci sono alcune case editrici che scelgono di ammettere tra le loro norme editoriali l’uso della D eufonica davanti a qualsiasi vocale:

 

Andammo al laboratorio ad eseguire alcuni test

Scelsi dal menù ed andai in bagno: ero troppo nervosa

 

In questi due esempi vediamo che la D eufonica si presenta di fronte a due verbi che iniziano con una vocale.

Ci sono altre case editrici, invece, che ammettono la D eufonica solo davanti a vocale successiva uguale:

 

Faticavo ad ammettere di aver avuto torto

Mi guardai intorno ed emisi un gemito

 

In questo caso, se hai intenzione di proporre la tua opera a una casa editrice in particolare, studia le sue norme editoriali e adegua il tuo testo, farai un figurone!

 

#SELF-PUBLISHING

Bisogna considerare il  tuo gusto personale. Se pubblichi in self, non devi sottostare a norme editoriali di alcun tipo, se non quelle che ti imponi da sola e che ti servono per dare uniformità alla tua opera (Leggi il mio articolo: Revisione formale del testo: alcuni consigli).

Quello che però mi sento di sconsigliarti è l’uso di “od”. Per quanto mi riguarda, condivido ciò che dice William Strunk jr e che riporto qui di seguito:

 

D eufonica. Un tempo molto usate, oggi le forme ad, ed, od si usano solo nei casi in cui la parola che segue inizia, rispettivamente, con a, e, o (la od, per la verità, è difficilmente impiegata anche quando la parola che segue inizia per o) Fanno eccezione quelle forme sonore ormai strettamente legate alla nostra tradizione linguistica, come ad esempio (che mantiene sempre la d), e poi ad eccezione, ad ogni, ad esso, ad essere, ad oggi, per le quali si può scegliere se conservarla o meno.

Elementi di stile nella scrittura di William Strunk jr, Dino Audino editore, Roma, p. 48

 

Se hai dei dubbi puoi seguire i consigli di William, in modo da dare una direzione al tuo manoscritto e non perderti ogni volta nella scelta.

#SCORREVOLEZZA DEL TESTO

Norme editoriali e self-publishing vanno di pari passo con il perseguimento di una scorrevolezza ottimale del testo. È chiaro che se il tuo manoscritto è strutturato in modo tale da avere una D eufonica ogni tre righe (sto esagerando, ovviamente, ma non si sa mai…), bisogna prestare particolare attenzione a riformulare alcuni periodi per alleggerire il passaggio preso in causa.

Visto che mi è concesso, in questa sede, di dire la mia, trovo che l’uso della D eufonica sia ormai obsoleto, sebbene ogni editore sia libero di conservarla e usarla come meglio crede.

 

Gerundio o non gerundio, questo è il problema

Il gerundio va manipolato con attenzione e grande cura. Il suono di un verbo declinato in questo tempo rischia di risultare estremamente lungo e tortuoso alla lettura, quindi occhio a non abusarne.

C’è una certa differenza nel dire:

 

«Ciao» disse Marco uscendo

e

«Ciao» disse Marco, e uscì.

 

Hai ragionato su ciò che sta succedendo nella scena che hai appena scritto o che stai revisionando? In che ordine si svolgono i fatti? È davvero necessario il gerundio o puoi rendere la frase più diretta e fluida sfruttando un tempo verbale differente o un’alternativa valida?

Il gerundio si usa in casi precisi, e se li hai dimenticati come la maggior parte di noi puoi sempre ripassarli ;). La cosa importante è valutare bene ogni volta se è necessario o meno. Ecco alcuni esempi su come si può utilizzare il gerundio.

Lo troviamo, ad esempio, quando un’azione si sta svolgendo in un preciso momento:

 

 Marco sta correndo.

 

Oppure per esprimere il modo in cui accade qualcosa:

 

Ho perso tre chili correndo.

 

Può indicare una condizione

 

Ascoltando la mia dietologa, ho perso tre chili.

 

Esprime una causa:

 

Essendo ingrassata tre chili, non sono riuscita a infilarmi nel mio vestito preferito.

 

Se ti accorgi che un passaggio del tuo romanzo risulta pesante, puoi valutare di sostituire il gerundio con una proposizione coordinata o una subordinata:

 

Non sono riuscita a infilarmi nel mio vestito preferito, perché sono ingrassata tre chili.

 

In conclusione

Il mio intento non è quello di darti una lezione di grammatica o di italiano, ma portarti a riflettere su ogni parola di ciò che scrivi.

La D eufonica e il gerundio non sono questi mostri che vanno in giro a spaventare scrittrici e scrittori esordienti. Sono strumenti che fanno parte del tuo bagaglio e che, una volta compresi, puoi utilizzare nel posto giusto al momento giusto. Entreranno a far parte del tuo romanzo, definiranno il tuo stile, aiuteranno il lettore a scorrere il testo nel modo più agevole possibile.

La consapevolezza è l’ingrediente essenziale per prendere la direzione giusta.

La tua scelta deve essere univoca, per quanto riguarda la D eufonica, e consapevole nel caso del gerundio. Deve rispecchiare il tuo stile e rendere scorrevole il testo.

Se ti trovi in difficoltà, il mio consiglio è di leggere il passaggio incriminato ad alta voce; questo ti aiuterà a valutare se è fluido o se la lingua ti si incastra su una D eufonica di troppo o si allunga su un gerundio non funzionale allo svolgimento della scena in questione.

 

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