Lo spiegone: che cos’è?
Lo spiegone è più comunemente conosciuto come infodump e si sviluppa al largo delle coste dei libri di narrativa, penetrandovi all’interno senza criterio, e quando meno ce lo si aspetta.
Scherzi a parte. Si tratta di un meccanismo spesso inconscio che colpisce scrittori e scrittrici di tutte le età. Riguarda la tendenza a inserire all’interno del testo informazioni non utili ai meccanismi narrativi. Sono tutti quei passaggi superflui che possono interessare:
- descrizioni di luoghi o cose che si dilungano eccessivamente o che non hanno valore ai fini della comprensione di ciò che accade, che è accaduto o che accadrà
- dialoghi che non portano avanti la storia né danno informazioni utili, ma appiattiscono il testo e rallentano il ritmo
- passato dei personaggi
Lo spiegone nelle descrizioni
Una volta giunta nella navata centrale alzò lo sguardo verso una finestra composta da tanti vetrini colorati, che offuscava in parte la luce proveniente dall’esterno, ma ne accentuava i colori. La finestra era di fattura superba, posizionata in alto sopra l’abside. Risaliva all’epoca gotica…
E potremmo continuare con una dissertazione sull’architettura di quel periodo e su altre curiosità di cui l’autore o l’autrice è espert*.
Chiediti perché il tuo personaggio visita un certo luogo. Se è lì per cogliere un dettaglio prezioso dall’architettura del posto, che gli servirà in seguito per arrivare alla soluzione di un mistero, è giusto camuffarlo in mezzo ad altri particolari, per confondere il lettore e tirarlo poi fuori al momento giusto.
Se invece il personaggio è lì di passaggio e sta scappando da qualcuno, questa minuzia di particolari rischia di rallentare il ritmo e di annoiare il lettore, che salterà in toto il passaggio per sapere cosa succede dopo.
Lo stesso discorso lo possiamo fare, ad esempio, per la descrizione di un personaggio.
Ti ho già parlato in questo articolo di come si introduce un personaggio. Vale lo stesso discorso nel pieno della narrazione: scegli un aspetto singolare che permetta al lettore di ricordare il personaggio, che non riguardi per forza il suo aspetto fisico, ma anche il modo in cui si comporta. Qualcosa che magari emerge in quel momento, ma che è comunque correlato a tutto quello che c’è stato prima o che ci sarà dopo. Questo ti aiuterà a descrivere senza darlo troppo a vedere, a sparpagliare le sue caratteristiche lungo tutto il testo. Centellinare le informazioni ti permette di evitare quei monoblocchi descrittivi che lo spettatore si dimenticherà all’istante, o che leggerà distrattamente.
Ricordati che ogni parola ha valore.
Lo spiegone nei dialoghi
Frate Giacomo osservò il cadavere. «Mi viene in mente proprio adesso che qualche settimana fa ho sentito fratello Biagino parlare con frate Oreste.»
«E cosa si dicevano?» chiese curioso il novizio.
«Parlavano tra loro sottovoce, io ero chiuso nel confessionale e non hanno notato la mia presenza. Parlavano però sottovoce di un libro sull’astrologia e di alcuni simboli. Ho il sospetto che il segno tatuato sul braccio del morto abbia a che fare con la costellazione dell’unicorno. Si narra che ai tempi di…»
E parte un trattato sull’astrologia, guarda caso, proprio nel momento in cui ce n’è più bisogno. Invece di seminare indizi lungo la storia, in modo che il lettore se ne rammenti quando la situazione lo richiede, vengono inseriti nel posto giusto al momento giusto. I personaggi ricordano conversazioni o eventi passati di cui il lettore non sa nulla e il patto narrativo si rompe.
Ricorda che anche un colpo di scena ha bisogno di essere preparato; il lettore deve avere la percezione che sarebbe potuto arrivare alla soluzione.
Appiccicare informazioni ad hoc ha tanto l’aria di spiegone costruito apposta per giustificare fatti che non sono stati prefigurati a dovere.
Il passato dei personaggi
Se hai fatto un buon lavoro, hai pensato a tutto: a vita, morte e miracoli dei personaggi. Sai tutto di loro, ha scritto schemi su schemi, liste di caratteristiche, metodi di comportamento, credenze, modi di pensare.
Come ti ho forse già detto altre volte, non è necessario inserire tutto ciò che sai sui personaggi all’interno del tuo romanzo. Ciò non toglie che sia comunque importante che tu conosca nell’intimo ogni singolo dettaglio del personaggio, perché è proprio da questo che dipende la sua riuscita. Conoscerlo ti facilita il compito di trasmetterlo al lettore; ti aiuta a farlo muovere all’interno della storia con disinvoltura, senza bisogno di artifici che giustifichino ogni sua azione.
Quindi, se a un certo punto Gino è fuori a cena con Elena, e il cameriere gli porta per sbaglio un piatto di zuppa ai ceci, forse non è il momento di farlo ripensare a quando sua zia gli faceva la pasta ai ceci, in inverno, quando tornava da scuola, perché sua mamma lavorava come una matta perché suo padre se ne era andato di casa quando lui aveva solo tre anni e non lo aveva mai conosciuto, per questo adesso si portava dietro questo fardello!
È bene chiedersi: questa informazione a cosa mi serve? La pasta ai ceci e il ricordo della zia mi aiuta a definire meglio il comportamento di Gino nei confronti di Elena? Se la risposta è no, allora taglia il ricordo strappalacrime e passa oltre. Se la scena funziona, vuol dire che avevi scritto una serie di informazioni non utili all’economia della narrazione.
Perché l’infodump sembra il diavolo tentatore?
Sono dell’idea che ci siano tre motivi fondamentali per cui si inserisce uno spiegone all’interno di un testo narrativo:
#inesperienza
Chi l’ha detto che scrivere un romanzo è semplice? Riuscire a rendere una storia coerente, coesa, con una buona impalcatura prefigurativa è impresa ardua. C’è chi ci riesce in modo più naturale di altri, che invece necessita di un lavoro di preparazione maggiore.
Una buona progettazione narrativa può aiutarti molto in questo senso, soprattutto se sei alle prime armi e se dopo aver letto questo articolo hai notato di avere la sindrome della maestrina.
Quando ho parlato di revisione strutturale del testo, ho evidenziato l’importanza di lasciare nella storia solo gli elementi funzionali alla narrazione e di tagliare i passaggi superflui. Chiediti sempre se quello che hai scritto è davvero necessario in quel preciso momento della trama o se è solo un eccesso di vanità letteraria.
#insicurezza
Ci sono casi in cui si ha timore di non dire abbastanza per consentire una buona comprensione della storia. Il lettore capirà? Sono stata troppo ermetica e indecifrabile?
Sappi che quando le informazioni sono chiare nella tua mente, riuscirai a trasmetterle anche al lettore, senza che tu debba inserirle in modo didascalico e artificioso.
Chiediti sempre se puoi mostrare al lettore quello di cui lo vorresti rendere partecipe, invece di spiegarglielo. Noterai che nella maggior parte dei casi puoi farlo davvero.
#entusiasmo per aver creato personaggi di spessore
Lo so, lo so, hai creato un personaggio che spacca davvero! Dieci anni fa gli è capitata una roba che uuuh… lasciamo perdere! E come ha reagito dopo! Non te lo posso raccontare, non ci crederesti. Ma tutto questa risale ad ancora prima, perché…
Sì, è vero. A volte vengono delle idee incredibili e riuscire a lasciarle in disparte ti rode. Dover mettere nel testo solo una piccola parte del mondo che hai creato per il tuo personaggio è qualcosa di terribilmente frustrante.
Eppure…
Tutto il mondo sommerso che hai creato è lì, tra le righe, anche se non lo vedi. Se lo senti forte dentro di te, dentro il personaggio, se ti emoziona, emergerà dall’acqua e avrà molta più forza di quanta ne avrebbe se la spiegassi per filo e per segno al lettore. Abbi fiducia nelle tue capacità narrative.
In conclusione
Nessuno riesce a sfuggire per sempre allo spiegone. Veniamo tutti tentati e trascinati nel baratro dell’infodump.
Devi solo esserne consapevole e correggerti quando te ne accorgi. È fondamentale per tenere la tua narrazione al sicuro e impedire allo spiegone traditore di svilire il tuo operato.
Occhio quindi alla sindrome della maestrina.
SE LO SPIEGONE TI SPAVENTA, VIENI A SCORPIRE I MIEI SERVIZI.
POSSIAMO COLLABORARE PER RENDERE MIGLIORE LA TUA OPERA E LASCIARCI ALLE SPALLE QUESTO MOSTRO NARRATIVO.
Nessun Commento