In questo articolo ti parlerò di come sviluppare la tua creatività. Come puoi trovare le idee che ti stimolano a scrivere una storia?
Quando ti ho parlato del blocco dello scrittore ti ho dato alcuni strumenti utili a sbloccare il processo creativo, ma cosa fare se le idee proprio non arrivano?
Forse il più delle volte è l’ispirazione a guidarti; in altre occasioni, però, può succedere che tu non riesca a trovare l’imboccata giusta: senti che hai la mente svuotata, priva di quella scintilla che ti spinge a scrivere quando ti metti nel tuo angolino per farlo.
Perché succede? A cosa è dovuto questo blackout?
Bisogna partire dall’inizio. La prima cosa che ti suggerisco è chiederti:
Qual è la ragione principale che mi impedisce di trovare un’idea convincente per cominciare a scrivere?
Le aspettative
Quando si tratta di approcciarsi a una storia, spesso si fa l’errore di pensare a massimi sistemi, quindi presupporre che una buona narrazione sia qualcosa di fuori dall’ordinario, diversa da tutto quello che è già stato pubblicato finora. Se qualcuno ha già scritto quello che vuoi scrivere tu, allora perché dovresti perdere tempo su un tema trito e ritrito? Di frequente, vedo che i miei studenti esitano su un testo perché pensano che non sia all’altezza delle loro aspettative o di chi li ascolta.
È impossibile non confrontarsi con il mercato librario, ma non bisogna neanche farne una malattia. Se continui a scartare idee perché ti sembrano banali o ad autocensurarti perché pensi che la tua sia una storia che non interesserà a nessuno, rinunciando a priori, non potrai mai sapere se è davvero così o se invece meriti una possibilità.
Ci sono moltissimi film e romanzi che parlano d’amore, eppure questo tema è stato affrontato in mille modi differenti. E quanti, invece, parlano di un delitto e di un caso da risolvere? Pensi che siano tutti uguali? Quello che fa davvero la differenza è il tuo stile, il tuo modo di vedere le cose e di raccontarle. È il modo in cui affronti la storia che vuoi scrivere a renderla originale, e a come decidi di trasmettere il messaggio che vuoi dare. A come riesci a emozionare il lettore.
Non trovare scuse per non metterti alla prova, potresti rimanere stupita di te stessa.
Il giudizio
Un altro grande incubo che colpisce chi vuole scrivere è il timore del giudizio degli altri. Quando scrivi metti a nudo la tua anima, o almeno dovresti farlo, questo perché se ciò che scrivi non ti emoziona, non emozionerà neanche chi legge le tue storie.
Il problema è che all’emotività si affianca la razionalità, come è normale che sia, allora cominci a chiederti: cosa penseranno i miei genitori di me se leggeranno quello che scrivo? Cosa penseranno le persone che mi conoscono? Mi giudicheranno? Le deluderò?
Tutte queste domande ti impediscono di dare libero sfogo a ciò di cui vuoi veramente parlare, alla tua creatività. Liberati di loro.
Come in tutte le cose, bisogna trovare il giusto equilibrio.
Ma non è solo il giudizio degli altri a frenarti, secondo me. Dimmi: quanto sei severa con te stessa?
Scrivere non è solo un processo meccanico e razionale. Non devi sempre basarti su tecniche e strutture ingegneristiche di costruzione narrativa.
Scrivere è inizialmente e soprattutto un percorso emotivo.
Abbatti il tuo censore interiore
Il peggior giudice di noi stessi, siamo noi. Sei d’accordo?
Quale vantaggio ottieni dal fatto di ostacolarti da sola? Perché devi aggiungere difficoltà e sfide a quelle già presenti nel mondo là fuori? Esatto, non hai alcun motivo per farlo.
Ma allora da dove puoi partire per abbattere quel muro che troppo spesso si frappone tra te e la tua voglia di scrivere?
#METTI SU CARTA LE TUE PAURE
Se senti l’impulso di scrivere significa che qualcosa dentro di te spinge per uscire.
Un metodo che ho sperimentato con successo su me stessa e che ho trovato molto efficace è scrivere di una mia grande paura.
All’inizio ero riluttante, un po’ come l’eroe di Vogler, e spaventata. Mettere una delle mie paure su carta mi dava l’idea di renderla reale e concreta. Quindi l’ho presa alla larga, ma a poco a poco mi sono sciolta e finalmente è venuta fuori sotto forma di una storia che mi è piaciuta. Mi ci è voluto molto coraggio, ma il gioco è valso la candela. Tutta quell’aura di terrore che prima circondava quell’idea è svanita e ti dirò che dopo mi sono sentita sollevata e soddisfatta, è stato liberatorio.
Prova a considerare questa possibilità. E se senti che ciò a cui stai pensando ti crea quel familiare e fastidioso nodo allo stomaco, quella resistenza razionale che vuole impedirti di continuare a scavare, non farti spaventare. Asseconda questa sensazione e vedi dove ti porta. Accetta quella paura, la sua esistenza, accoglila e trasformala.
Se riesci a scrivere quello di cui fatichi a parlare, e che più o meno consciamente ti ritrovi a ignorare, ne trarrai un grande vantaggio. Il fatto di poterlo fare mettendo dei personaggi al tuo posto, ti permette di affrontare quella paura indirettamente e di camuffare il carattere autobiografico della vicenda. Spesso sono temi che ti emozionano, sia in positivo che in negativo, e a volte ti travolgono, ma sono proprio queste sensazioni forti a rendere palpabile e profondo ciò che scrivi e ti consentono di avere un impatto anche su chi legge le tue storie.
Ma soprattutto, ti permettono di scavare dentro te stessa e accedere alla parte più autentica della tua creatività.
#SCRIVI DI QUALCOSA CHE TI IMBARAZZA
Forse è capitato anche a te di sognare di trovarti nuda in mezzo a una folla. Ho scritto “anche a te”? No, a me non è mai capitato…
Indossiamo una maschera davanti agli altri, lo avrai già sentito dire, ma hai la possibilità di toglierla quando sei sola, seduta alla tua scrivania. Lì sei al sicuro, nessuno può disturbarti o giudicarti. Siete tu e il foglio bianco.
Ciò che scrivi, ciò che sei, ha il potere di diventare finzione una volta trasferito sulla carta. Gioca su questo: inganna la tua razionalità, se proprio non vuole farsi da parte. Il confine tra finzione e realtà, in narrativa, è sottile.
Più scavi dentro di te, più riuscirai a prendere confidenza con quello di cui hai realmente bisogno di parlare, e diventerà sempre più facile pescare da quel pozzo di idee che adesso ti sembra inaccessibile.
#CHIEDITI DI COSA VUOI PARLARE
Quando scrivi, sono spesso i personaggi a trainare la tua storia. Ma quando le idee mancano, cosa puoi fare per inventare qualcosa di nuovo?
Il tema di una storia è un concetto a volte sottovalutato, ma è fondamentale per condurre i personaggi verso la loro meta finale. Chiederti cosa vuoi comunicare con la tua narrazione non è così banale come sembra. Quando spingo i miei studenti a spiegare, a posteriori, cosa volevano dire con i loro racconti, non sempre riescono a darmi una risposta precisa e immediata. Non è semplice scovare tra le righe il proprio vissuto.
Se sei bloccata, prova a chiederti: perché sento il bisogno di scrivere? Cosa desidero comunicare? Qual è il tema che mi sta a cuore e che voglio condividere per dare spunti di riflessione al mio pubblico? Fai brainstorming, butta giù le idee e lascia fluire i pensieri fino a trovare quello giusto, scopri in questo articolo come scrivere a mano possa esserti di aiuto.
In conclusione
L’alone di mistero e di terrore che circonda il blocco dello scrittore ha finito per influenzare nel profondo ogni autrice e ogni autore. Non appena hai un’esitazione nel processo di scrittura o quando ti accorgi di non riuscire a mandare avanti la narrazione, ecco che si affaccia il timore di essere davanti a questo tanto temuto blocco.
I pregiudizi precludono spesso la risoluzione di un problema. Il punto non è scontrarsi in una lotta all’ultimo sangue con il blocco dello scrittore e vincerlo, il punto è mantenere la calma e riuscire ad aggirarlo, per far ripartire il processo creativo.
Se non sei ancora in grado di guardarti dentro e di metterti a nudo sulla carta, farai fatica a scavare in ciò che ti circonda alla ricerca di idee. O meglio: forse ci riuscirai, ma quello che scriverai non avrà la stessa presenza sulla pagina. Sfiorerai solo la superficie.
All’inizio di questo articolo ti ho detto che scrivere è un percorso emotivo. E intendo emotivo a tutto tondo. Parlare delle proprie paure e dei propri imbarazzi è solo la punta dell’iceberg. Se non vuoi affrontare una terapia d’urto, comincia da sensazioni diverse, positive, ma accertati di sentirle davvero.
Ti sei mai trovata in una situazione simile? Hai provato a fare qualcuna delle cose che suggerisco? Se ti va, raccontami la tua esperienza nei commenti qui sotto.
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